Il COVID-19 ha messo in evidenza la fragilità dell’ecosistema naturale e lo squilibro tra l’ambiente e l’uomo. Il turismo potrebbe essere la soluzione al problema, una nuova chiave di lettura per contribuire a una rivalorizzazione dell’economia delle comunità minoritarie e alla salvaguardia del pianeta.

di Alessandra Di Stefano

Il 27 settembre si è celebrata la Giornata Mondiale del Turismo, ricorrenza istituita dal World Tourism Organization (UMTWO) delle Nazioni Unite per promuovere la consapevolezza del valore sociale, culturale, politico ed economico del turismo. Quest’anno la giornata ha avuto come tema il turismo e la crescita inclusiva.

Sebbene il turismo non rientri tra i 17 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, esso gioca un ruolo vitale in molti, se non in tutti, i 17 Obiettivi e può contribuire in maniera sostanziale al loro raggiungimento. La rilevanza economica del turismo, che prima della pandemia rappresentava il 10% del PIL globale e del mercato del lavoro, rende il suo rilancio fondamentale per il raggiungimento degli OSS.

Questo concetto appare ancor più applicabile all’Africa, dove può diventare un fattore decisivo nelle economie locali perché in grado di creare nuovi posti di lavoro, attrarre investimenti e stimolare la nascita di infrastrutture e servizi per una crescita inclusiva. La crisi pandemica ha avuto un impatto significativo sul settore. Le restrizioni imposte dai governi nazionali, assieme alla paura diffusa del virus, hanno costretto milioni di persone a rimanere in casa. Secondo i dati del UMTWO, nel 2021 gli arrivi internazionali sono scesi dell’85%. Tra il 2020 e il 2021 la contrazione del turismo globale ha determinato 1 miliardo di turisti internazionali in meno, una perdita di 1,3 trilioni di dollari di entrate e ha messo a rischio tra i 100 e i 120 milioni di posti di lavoro. Prima della pandemia gli arrivi internazionali in Africa stavano raggiungendo la cifra record di 80 milioni di persone. Nel 2019, secondo il World Travel & Tourism Council (WTTC), il comparto era cresciuto del 7,1%, con ricavi per 168 miliardi di dollari. Cifre modeste se confrontate con altre aree del mondo, ma la conferma di una tendenza che prometteva di creare occupazione e ricchezza. Secondo il WTTC, nel 2020 la contrazione del settore in termini economici e occupazionali è stata rispettivamente del 49,2% (- 83 miliardi di $) e del 29.3% (-7,2 milioni di posti di lavoro).  

Il COVID-19 ha bloccato anche il programma Vacanze Solidali, un’iniziativa di turismo responsabile che Humana People to People Italia realizza da 10 anni in Mozambico e dal 2019 in Malawi: un percorso di conoscenza e solidarietà che ha permesso ad oltre 250 turisti di entrare in contatto con le comunità locali e visitare i progetti di cooperazione favorendo lo sviluppo e la crescita delle comunità ospitanti.

Nonostante il blocco del turismo, in Africa c’è consapevolezza del potenziale esistente e molti Paesi hanno elaborato piani strategici per sviluppare le opportunità offerte dal settore. Parimenti, nel mondo post-pandemico, la ripresa del turismo dovrà passare necessariamente dalla valorizzazione di forme di turismo sostenibilein grado di privilegiare i valori e gli interessi delle comunità locali e il rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Il turismo contribuisce al benessere della collettività non solo attraverso la creazione di posti lavoro e una crescita dignitosa ed inclusiva (OSS 8.) Il settore può dare una spinta decisiva alla salvaguardia dell’ambiente dando impulso al raggiungimento dell’OSS12 “Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili” e di Obiettivi collegati, come OSS13, OSS14 e OSS15, rispettivamente sulla lotta ai cambiamenti climatici e la protezione degli ecosistemi marini e terrestri.

Su questo fronte il UMWTO ha lanciato il programma One Planet Sustainable Tourism Programme per accelerare il consumo e la produzione sostenibili nelle pratiche turistiche per rispondere alle sfide climatiche, oggi integrato nel One Planet Vision for a Responsible Recovery of Tourism, una proposta articolata in 6 punti per il rilancio sostenibile del settore. Inoltre, in previsione della UN Climate Change Conference (COP26) in programma a Glasgow il prossimo novembre, il UMWTO presenterà la Glasgow Declaration on Climate Action in Tourism per accelerare l’azione per il clima nel turismo e garantire azioni per ridurre le emissioni del settore nel prossimo decennio.

Il COVID-19 ha messo in evidenza la fragilità dell’ecosistema naturale e approfondito la consapevolezza della connessione tra squilibri ambientali e rischi per la salute umana. Ripensare il turismo in chiave sostenibile garantirà non soltanto la crescita e il benessere sociale ed economico delle comunità ma consentirà di rigenerare la salute del pianeta favorendo la prosperità e la resilienza dei nostri habitat marini e terrestri.