Il Metaverso sembra essere diventato il nuovo traguardo del momento. Anche il mondo della moda si inserisce tra i settori che stanno esplorando questa nuova dimensione digitale scoprendone non solo gli aspetti positivi, ma anche quelli meno sostenibili.

di Redazione

Si sente sempre più spesso parlare dell’ultima frontiera del digitale, il Metaverso: un’estensione virtuale che sta pian piano conquistando uno spazio sempre più importante nella nostra quotidianità.
Si tratta di nuova realtà che viaggia in parallelo alla nostra, permettendoci di vivere esperienze diverse in maniera maggiormente ibrida e fluida.
Un universo contrapposto al nostro a cui ciascuno di noi si può connettere per vivere nuove esperienze: incontrare altri avatar (un alter ego di altre persone che si connettono in questa nuova realtà), fare acquisti o addirittura compiere un viaggio. Possiamo quindi definirlo come una versione 2.0 dei social network, una sorta di cyberspazio nato dall’unione di tre elementi: il video, la realtà virtuale e la realtà aumentata.

Fatte le premesse su che cosa sia il Metaverso, è giunto il momento di spiegare come sia possibile accedervi. Innanzitutto non serve possedere elevate conoscenze informatiche: è necessario avere un pc o uno smartphone, una buona connessione internet, un account in una delle piattaforme che permettono l’accesso a questa dimensione (Decentraland, Sandbox, Stageverse) e infine un visore 3D per vivere l’esperienza della realtà aumentata. Nonostante l’accesso a questa piattaforma risulti abbastanza semplice, per diventare un vero e proprio abitante del Metaverso è necessario possedere anche un portafoglio crittografico definito  Crypto Wallet.

Questo nuovo strumento non ha interessato solo i Big del settore tecnologico, ma anche altre realtà del design, dell’architettura, dell’arte e anche della moda.
Parlando proprio delle Maison, il Metaverso è un ottimo mezzo  per “rinfrescare” l’immagine del brand e conferirgli una dimensione più contemporanea e accessibile a un pubblico più ampio. Ma non solo: il Metaverso offre uno spazio libero dai vincoli in cui è possibile per chiunque far emergere il proprio lato creativo. Il comparto del fashion ha così scelto di esaltare questo aspetto rivolgendosi al mondo del gaming come partner del Metaverso. L’hanno fatto Louis Vittuon con Louis the Game, Burberry con Blankos Block Party e più di recente Balenciaga con Epic Games.

Secondo Luca Solca, Advisor di Bernstein, società quotata in New York nel settore della gestione patrimoniale : “Il logico passo successivo è quello di creare prodotti virtuali per i consumatori da godere in questi nuovi mondi paralleli1”. Il Metaverso quindi è l’accesso diretto a quello che sarà entro il 2025 il pubblico di lusso del futuro: la Gen Z. In questo modo le aziende sperimentano e conoscono sempre di più questo nuovo mondo per sfruttarne il potenziale e intercettare questa nuova fetta di mercato.
Proprio qui i nativi digitali avranno la possibilità di creare un avatar 3D che permetterà loro di provare i diversi prodotti esposti in questa vetrina virtuale. L’utente, attraverso il Metaverso, ha così il potere di ribaltare il senso dell’estetica e crearne uno nuovo proprio attraverso un alter ego virtuale.

Creatività, innovazione, rivoluzione: questa nuova realtà sembra quindi avere tutte le carte in regola per conquistare il futuro . Bisogna però considerare anche la sfera della sostenibilità, un elemento molto importante e da non sottovalutare anche in un contesto virtuale.
Al giorno d’oggi la sostenibilità è un valore determinante nelle nostre vite, sia come cittadini che come professionisti e influenza di conseguenza non solo le nostre scelte di vita, ma anche quelle lavorative.

Il mondo della moda, tra i settori più inquinanti al mondo, ha l’opportunità, grazie a questo nuovo mondo parallelo, di ridurre l’impatto ambientale. Un interessante comportamento da adottare da parte dei brand può essere infatti quello di realizzare delle collezioni interamente digitali, per poi in seguito produrre fisicamente solo i capi acquistati nel Metaverso, concentrando così la produzione solo per una determinata selezione di indumenti. Un altro aspetto da considerare riguarda le influencer o le celebrità che devono spesso apparire online con diversi look fisici. Grazie a questa nuova dimensione, queste ultime avranno l’opportunità di realizzare virtualmente tutti i capi che desiderano riducendo così l’impiego di risorse idriche.

Insomma, in un futuro non troppo lontano, ognuno di noi avrà la possibilità di accedere a questa nuova dimensione per indossare capi eccentrici sempre diversi gli uni dagli altri, sfoggiandoli in appuntamenti virtuali con altri avatar. 

Nonostante tutti gli esempi riportati fin ora sembrino valide soluzioni per ridurre le emissioni di CO2, anche la moda digitale porta con sé un importante impatto ecologico: il consumo energetico per la realizzazione di abiti virtuali. Elementi molto impattanti da considerare sono, ad esempio, il notevole consumo di energia che richiede l’impiego delle tecnologie di rendering per la realizzazione degli abiti in 3D oppure l’ingente consumo di energia per rilascio di un NFT2 e il suo inserimento in un registro virtuale di blockchain. Secondo alcuni studi la creazione e vendita di un singolo NFT costerebbe una media di 282 kWh di energia, pari a 289 kg di Co2 emessi in atmosfera per produrla3.

Per trovare una soluzione ecologica si stanno attivando diverse figure specializzate nella sostenibilità aziendale, tra questi spicca Paolo Taticchi, Professore della UCL (University College of London). Il docente italiano ha ideato per la prima volta un NFT sostenibile: una risorsa digitale che aggira il problema dei tradizionali modelli di trading NFT, energivori e inquinatori. Anche grazie al “Manifesto di sostenibilità NFT”, Taticchi sta sensibilizzando le aziende sulle opportunità che possono incontrare intraprendendo un percorso digitale ma responsabile4.

Concludendo, ad oggi è molto difficile farsi un’idea sugli effetti futuri del Metaverso, specialmente in questa fase embrionale. Per certi aspetti potrebbe essere un valido strumento per incentivare i brand ad adottare scelte virtuose dal punto di vista dell’impiego delle risorse, riducendo così la loro impronta ecologica, ma per altri aspetti risulta ancora un grande enigma.
Possiamo però focalizzarci sul suo grande potenziale: coniugando innovazione e creatività, il Metaverso permette di raggiungere un pubblico molto vasto a cui poter trasmettere dei messaggi e abitudini positive in termini di sostenibilità.

[1] https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/metaverso-virtual-influencer-e-nft-come-sara-la-nuova-socialita-senza-limiti-allimmaginazione/

[2] https://www.punto-informatico.it/nft-cosa-sono/
NFT: Un NFT è una risorsa digitale che collega la proprietà a oggetti fisici o digitali unici, come opere d’arte, immobili, musica o video. Vengono quindi acquistati e venduti online e rappresentano una prova digitale della proprietà di un determinato articolo. 

[3] https://www.artrights.me/crypto-art-nft-e-impatto-ambientale/

[4] https://www.ilsole24ore.com/art/londra-lancia-primo-nft-sostenibile-l-idea-e-italiana-AEQQsUNB