Come comunicare la sostenibilità
Quella della sostenibilità sembra essere una sfida su tutti i livelli, anche quello comunicativo. Ne abbiamo discusso con Andrea Grieco, Head of Impact di AWorld ed esperto di Sviluppo Sostenibile.
di Redazione
La sostenibilità è un tema ormai sulla bocca di tutti e di cui si sente parlare costantemente: ciò è sicuramente un fatto positivo ma, parallelamente, il rischio è che un argomento così importante venga banalizzato o “cannibalizzato” da una comunicazione fine a stessa.
Per capire quali sono i fattori imprescindibili per parlare di cambiamento climatico e sostenibilità in maniera efficace e far sì che il messaggio si trasformi in un dialogo con le persone abbiamo coinvolto Andrea Grieco, che ha fatto dell’argomento la sua personale battaglia. Il suo curriculum inizia con una collaborazione con un’agenzia dell’ONU e continua con quelle per altre realtà di primo rilievo, come ad esempio Amnesty International e la Marina Militare Italiana, per le quali ha portato avanti l’attività di divulgazione e comunicazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Oggi sta affiancando AWorld, start up scelta dalle Nazioni Unite per guidare l’azione climatica nel mondo, nello sviluppo della strategia di comunicazione ed engagement.
Ci racconti brevemente il percorso che hai compiuto per arrivare oggi a essere un riferimento per chi vuole costruire e comunicare realtà che si impegnano attivamente per rispettare l’ambiente e le persone?
AG – Sono Lucano, una terra molto povera ma con una forte connessione al vivente non umano, paesaggi aridi e sconfinati, natura selvaggia e la semplicità nelle piccole cose oltre alla lezione della lotta contadina e della protezione del territorio. Da qui nasce tutto, anche se l’evento scatenante fu una ricerca su Martin Luther King e Mahatma Gandhi. Dalla scoperta di queste due figure è nata la passione per le tematiche umanitarie, che mi hanno portato a decidere di iscrivermi a giurisprudenza, mosso da un desiderio: imparare il diritto umanitario e portarlo nella vita di tutti e tutte. Dopodiché sono nate le prime richieste sul mio percorso, su dove fossi e cosa stessi facendo, così nasce la mia necessità di condividere e di aiutare tutte quelle realtà che vogliono comunicare la loro sostenibilità.
AWorld è una startup che ha lo scopo di coinvolgere le persone in primis, organizzazioni e aziende affinché vengano attivati dei comportamenti virtuosi nei confronti delle risorse ambientali del nostro pianeta. Il concetto alla base, come anche per Humana, è quello di partire dal basso, dal singolo, per innescare una “reazione a catena” dal grande impatto. Ma quali sono i fattori vincenti che davvero possono attirare l’attenzione delle persone, in un momento come questo in cui tutti parlano di cambiamento climatico e di sostenibilità?
AG – Oggi viviamo nella bulimia dell’informazione e dell’azione legata al cambiamento climatico e questo il più delle volte crea un distacco delle persone rispetto a queste tematiche. Con AWorld cerchiamo di mantenere l’attenzione delle persone sempre viva, utilizzando una metodologia di impact engagement, formare e ingaggiare le persone su tematiche legate all’agenda 2030 e alla sostenibilità e permettere loro di farlo, giocando, quindi nel modo più ingaggiante possibile.
La Banca Mondiale stima che entro il 2050 216 milioni di persone saranno costrette a migrare da zone rese inabitabili dalla desertificazione, dall’innalzamento del livello del mare e da altri fenomeni climatici. Non si tratta solo di uno scenario futuro ma di una realtà che purtroppo sta già interessando diverse popolazioni colpite da eventi climatici devastanti. Come è possibile sensibilizzare le persone su questa situazione che sembra così lontana dalla nostra quotidianità ma che ci riguarda e ci riguarderà sempre di più?
AG – Quella dei climate refugeees è una tematica poco conosciuta e che credo debba essere approfondita. È un fenomeno molto difficile da inquadrare, sia dal punto di vista giuridico sia causale. Le migrazioni climatiche sono dovute a motivi ambientali o legati al cambiamento climatico. I migranti climatici,
tuttavia, non sono tutelati dal diritto internazionale, in quanto la Convenzione di Ginevra del 1951 afferma che hanno diritto all’asilo le persone che migrano per motivi legati a violazioni dei diritti umani o per situazioni di guerra. Ad oggi, una persona che scappa per motivi climatici non ha alcuna protezione e
accoglienza in altri Paesi. Deve essere prioritario affrontare questo tema, ampliare la conoscenza di tale fenomeno, che ci riguarda molto più da vicino di quanto pensiamo.
Anche l’Italia, infatti, risentirà in misura sempre maggiore dei danni provocati dai cambiamenti climatici, e potremmo diventare noi stessi dei migranti climatici. Concretamente si dovranno creare strutture di partenariato e fondi per aiutare i migranti climatici oltre ad una informazione costante. Ad oggi, una persona che scappa per motivi climatici non ha alcuna protezione e accoglienza in altri Paesi. Deve essere prioritario affrontare questo tema, ampliare la conoscenza di tale fenomeno, che ci riguarda molto più da vicino di quanto pensiamo. Anche l’Italia, infatti, risentirà in misura sempre maggiore dei danni provocati dai cambiamenti climatici, e potremmo diventare noi stessi dei migranti climatici. Concretamente si dovranno creare strutture di partenariato e fondi per aiutare i migranti climatici oltre ad una informazione costante.
Quali saranno secondo te i messaggi principali che rimarranno in questo mare magnum che è la sostenibilità, a livello di comunicazione nei confronti del grande pubblico e da parte delle aziende e delle istituzioni? Gli SDGs, ad esempio, rimarranno un argomento ricorrente come lo sono ora? Pensi che con il tempo ci saranno sempre più attivisti o divulgatori, o le figure si polarizzeranno sempre più?
AG – Credo che con il tempo cresceranno gli attivisti e attiviste il che da una parte è un bene, dall’altra no, come si diceva prima la bulimia di informazioni e contenuti rischierebbe si svuotare il significato vero della sostenibilità e dell’attivismo. L’obiettivo sarà rendere la sostenibilità sempre di più uno stile di vita reale e realizzabile, in ogni azione, giorno dopo giorno.
Sarà proprio questo il tema dell’evento Rivedi, che si terrà il 14 giugno presso il nostro negozio Humana Vintage di via Vigevano a Milano (qui trovi tutti i dettagli). Oltre ad Andrea, che interverrà portando AWorld come esempio di cambiamento verso un mondo più rispettoso dell’ambiente e delle persone, la serata sarà dedicata al racconto e al dialogo con numerose realtà che stanno lavorando con impegno in questa direzione. Ti aspettiamo!