Coltivare nuovi sguardi sull’ambiente
Investire su progetti educativi innovativi rimane centrale per costruire consapevolezza e trasformare anche gli stili di consumo non più sostenibili. Il settore agricolo è tra quelli con un maggior impatto in termini di emissioni e nel formare cittadini-consumatori consapevoli il ruolo dell’educazione è sempre più fondamentale
di Matteo Petruzza
Agenzie educative nazionali ed internazionali incoraggiano la società civile ad affrontare sfide globali quali sostenibilità e cambiamenti climatici, evidenziando come l’educazione sia il cuore dello sviluppo sostenibile. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite enfatizza quanto le problematiche della sostenibilità ambientale e socio-economica abbiano bisogno di una trasformazione degli stili di consumo e di produzione per ristabilire un equilibrio all’interno degli ecosistemi del nostro pianeta. In particolare, il target 4.7 dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (OSS) afferma la necessità di assicurare entro il 2030 “che tutti gli alunni acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l’educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili”[1].
Posto il ruolo cruciale dell’educazione, un numero crescente di ricerche stanno evidenziando i limiti delle forme di comunicazione e degli approcci educativi abitualmente adottati in materia di cambiamenti climatici: si rende necessaria una capacità di innovazione per favorire la generazione di strumenti che permettano di percepire, pensare e affrontare in modo attivo e resiliente la crisi climatica in corso[2]. Da questo punto di vista, alcuni aspetti risultano cruciali: le dimensioni locali, le emozioni associate ai cambiamenti climatici, la condivisione di esperienze e strategie, nonché la definizione di categorie di pensiero più adatte alle sfide della contemporaneità, in grado di inserire le società umane in un mondo di interconnessioni complesse e profonde.
Responsabile di almeno un quinto di tutte le emissioni antropiche di gas serra, e a sua volta fortemente influenzata dai cambiamenti climatici in corso, l’agricoltura è uno dei settori chiave d’intervento per diminuire l’impronta di carbonio delle collettività umane. Un settore, inoltre, che consente ampi spazi di azione al consumatore e alle organizzazioni della società civile, su scala locale e globale.
Agricoltura e cambiamenti climatici sono collegati da una stretta correlazione di causa-effetto. Secondo i dati contenuti nei rapporti FAO e Eat-Lancet, la produzione e il consumo di cibo sono responsabili del 30% delle emissioni globali di gas serra e del 70% del consumo di acqua dolce[3]. L’uso irrazionale di risorse idriche, diserbanti, fertilizzanti e fitofarmaci e l’impiego delle energie fossili a tutti i livelli del processo produttivo e distributivo dell’industria agroalimentare stanno fortemente amplificando la crisi climatica. D’altro canto, l’agricoltura subisce gli effetti dei cambiamenti climatici in termini di riduzione della produttività e aumento dei rischi legati all’insicurezza alimentare (ne abbiamo già parlato qui).
Nasce così “Acclimatiamoci nell’orto! Coltiviamo nuovi sguardi sull’ambiente che cambia”, progetto di Humana People to People Italia e Himby- Hot In My Backyard e sostenuto da Fondazione Cariplo. Il punto di partenza è la consapevolezza che agricoltura e settore agroalimentare sono legati a doppio filo ai cambiamenti climatici (un concetto alla base anche del progetto Orto 3C di Humana Italia, già in essere dal 2018). Se l’agricoltura è tra i fattori che maggiormente contribuiscono al cambiamento climatico, gli agricoltori e i cittadini-consumatori possono avere un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni di gas serra. Al tempo stesso, la necessità di una transizione verso forme innovatrici di agroecologia e sistemi di distribuzione alimentare più virtuosi può essere compresa pienamente solo a partire da un ripensamento di quanto definiamo natura, società, soggetti e risorse, tutte categorie di pensiero che, piuttosto che essere universali, sono fortemente influenzate dalla nostra cultura. Il progetto mira dunque ad esplorare le connessioni tra produzione e consumo di cibo, categorie di pensiero e cambiamenti climatici. Lo si fa valorizzando la connessione tra scuola e territorio attraverso il cibo e la cura dell’ambiente. Sono direttamente coinvolte 7 classi dell’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni di Milano e 7 classi dell’ICS via Leonardo da Vinci Cornaredo per un totale di 270 giovani alunni.
Insieme a loro e ai docenti degli istituti l’obiettivo è quello di creare una cittadinanza consapevole degli aspetti sociali, culturali ed emotivi legati ai cambiamenti climatici, e della complessità delle relazioni che li creano, gettando le basi per un maggiore coinvolgimento nelle azioni quotidiane che ciascuno può intraprendere per rendere il proprio stile di vita maggiormente sostenibile.
Il ruolo dell’educazione è fondamentale per creare le basi di una società civile in grado di affrontare le sfide complesse che riguardano il nostro presente, ma soprattutto il futuro delle nuove generazioni.
[1] https://sdgs.un.org/goals/goal4
[2] “Global Warming of 1.5 °C” IPCC special report 2018; Climate outreach IPCC Communication Report 2017; American Anthropological Association, Changing the Atmosphere. Anthropology and Climate Change. Final report of the aaa Global Climate Change Task Force, Arlington, 2014; Caserini S., Il clima è (già) cambiato. 10 buone notizie sul cambiamento climatico, Edizioni Ambiente, Milano, 2010; Lucas C., Leith P., Davison A., How climate change research undermines trust in everyday life: a review, «wires Climate Change», 6, 2015, pp. 79-91; Ghosh A., The Great Derangement. Climate and the unthinkable, University of Chicago Press, Chicago, 2016; Lakoff G.; Why It Matters How We Frame the Environment, «Environmental Communication», 4:1, 2010, pp. 70-81; Norgaard K.M., Living in Denial. Climate change, emotions and everyday life, The Mit Press, London, 2011.
[3]The State of Food Security and Nutrition in the World (SOFI) Report, 2020 http://www.fao.org/publications/sofi/2020/en/
Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems, 2019 https://www.thelancet.com/commissions/EAT